SAVE THE BOOK!

 

 In the foreword Martin Parr enthusiastically described it as a wonderful piece of jewellery and now the reprint of LONDON BY GIAN BUTTURINI has been withdrawn from the world market, even intended for pulping. In this special section we have collected information about the book and the surreal controversy that would delete it from the history of photography.

 

The author realized it towards the end of the swinging sixties inspired by the American Beat Generation at the roots of the '68 movement. The photos are all collected and presented with a layout that amplifies their intrinsic strength to make the message stronger and more disruptive. In the viewfinder of Cancel Culture in English sauce are now finished in particular the photos depicting a black woman selling tickets for the subway and a gorilla from the zoo: the accusation is racism! Obviously, as Gian Butturini explained in his introduction, the message is the opposite. The two cages are representations of the segregations that the author captured in the London of that time marked by marginalization and alienating work reserved for immigrants. Everything has been incredibly misrepresented.

 

The Gian Butturini Association is committed to saving London. It is a battle of civilisation and freedom. They will not bend us. We will defend in every way the memory and the great cultural legacy of the author. On the basis of the current contract with the publisher, we will take over the copies of the book destined for the pulping and we will give them to those who want them for a subscription of 40 euros in favour of the new projects of the Association (digitization of the Archive, video film on Chile, reprint of the historical book on Ulster, diffusion of the available Exhibitions..).

 

We need your help ... pre-order the book by sending an email to:

archiviogianbutturini@gmail.com

THANK YOU

Rassegna stampa della mostra 

"SAVE THE BOOK. London by Gian Butturini"

 

La Cancel Culture sbaglia bersaglio:

sotto accusa London di Gian Butturini 

un articolo di Michele Smargiassi su La Repubblica spiega la strana e pericolosa controversia.

 

La cancel culture irrompe anche sulla scena della fotografia d'autore, condanna alla distruzione un libro-cult di mezzo secolo fa e miete due vittime illustri, tacciate di razzismo senza remissione. Una vivente: Martin Parr, britannico, celebratissimo sarcastico esploratore visuale della società dei consumi, costretto a lasciare la direzione artistica del Bristol Photo Festival; e una scomparsa, Gian Butturini, originale e irregolare figura di grafico e fotografo italiano, autore di quel libro del 1969, London, la cui ristampa ora rischia fortemente di essere mandata al macero. Precipitata ieri con le dimissioni di Parr “per non coinvolgere il Festival”, la polemica era in corso da oltre un anno. Venne avviata da una studentessa di antropologia, Mercedes Baptiste Halliday, che sobbalzò aprendo il libro di Butturini ricevuto in dono dal padre per il suo diciottesimo compleanno, quando si vide di fronte, su una doppia pagina, l'accostamento fra la fotografia di una donna nera nella metropolitana e di un gorilla in gabbia. "Razzismo conclamato" fu la sua sentenza immediata; [...]

 

Che si tratti di una limpida vittoria dell'antirazzismo, però, è cosa di cui molti dubitano. [...]

Butturini è stato grafico e fotografo militanteuna vita schierata sui fronti caldi della sua epoca, con i minatori contro la Thatchercon Basaglia contro i manicomicon Allende contro Pinochet, con il popolo Saharawi contro l'occupazionecon gli operai contro le morti bianche...[...]

 

Nella prefazione che nessuno sembra aver letto, neanche in ristampa, Butturini scrisse: "Ho fotografato una donna nera, chiusa in una gabbia trasparente; vendeva biglietti per la metropolitana: una prigioniera indifferente, un'isola immobile, fuori dal tempo nel mezzo delle onde dell'umanità che le scorreva accanto e si mescolava e si separava attorno alla sua prigione di ghiaccio e solitudine". Una descrizione che pende sul versante dell'empatia, e non del dileggio. Quell'accostamento potrebbe essere la materializzazione beffarda dello sguardo della folla su quella donna, che smaschera lo stereotipo ribaltandolo sullo spettatore? Nel libro c’è attenzione alla crisi razziale e alle sue ipocrisie, ci sono altri ritratti di strada a persone nere.[...]

 

Giudicare un libro da due sole immagini è impossibile”, si sfoga Tiziano Butturini, il figlio, “e quell’ accostamento ha molte letture diverse nella cultura in cui è immerso. Il gorilla in gabbia per mio padre era anche un simbolo di fierezza”. È deluso da Parr, “a cui abbiamo manifestato solidarietà per queste inverosimili accuse, ma che ha risposto nel modo sbagliato, forse messo sotto pressione da una campagna aggressiva e non sostenuto da nessun altro”. La prospettiva che il libro vada al rogo sull’altare del politically correct sconcerta gli eredi: “Sarebbe una barbarie, speriamo non accada, io e mia sorella Marta vedremo in quali modi difendere la memoria e la dignità di nostro padre”.[...]

 

La complessità del libro e del suo autore avrebbero meritato quantomeno una apertura di discussione che non semplificasse quel che semplice non è. Ma questo avrebbe richiesto uno sforzo di lettura delle immagini che in questa polemica è mancato: la disponibilità a chiedersi se le fotografie, che sono immagini polisemiche, possano avere significati non univoci, non voluti, sovrapposti; a riconoscere che un accostamento disturbante di immagini non è sempre una piana affermazione ma può includere il paradosso, l'iperbole, l'ironia; che la retorica delle immagini non è semplice da governare, e la sua decifrazione dipende dal lettore come dall’autore.  Michele Smargiassi - La Repubblica

 

 

 

Solidarietà arriva anche da Beba Gabanelli che, in un messaggio alla figlia Marta, scrive:

"É ridicolo che possano pensare una cosa del genere di vostro padre. Sono doppiamente contenta di avere incluso qualche piccola sequenza nello speciale che andrà in onda il primo agosto alle 23.30 su Rai uno (e poi per 2 mesi su raiplay) rende giustizia non solo alla sua arte ma al suo impegno, che è limpido e non deve essere accostato a delle sciocchezze come quelle che gli addebitano, seppur indirettamente."

 

 

 

Il fotografo britannico Damien Berger ha rilasciato le seguenti dichiarazioni in merito alla vicenda:

"Non so cosa c'è di più preoccupante - che Parr abbia chiesto che i libri fossero rimossi dalla vendita e distrutti, o che i suoi accusatori non pensassero di confrontare quelli di Butturini libro originale del 1969 con riproduzione facsimile di Damiani per vedere se la modifica è cambiata ".

 

Berger aggiunge: “Secondo questo nuovo standard, gli americani di Robert Frank verrebbero gettati sullo stesso falò. Come verrebbe percepita la foto di Garry Winogrand del 1967 della coppia di razza mista a Central Park che tiene ciascuno uno scimpanzé? Come commenta il pregiudizio interrazziale che era o sarebbe il fotografo percepito oggi un razzista? "

 

 

"Come ebreo, non voglio che tutte le foto dei miei antenati durante l'Olocausto o che indossano la Stella di David siano purificate; al contrario. È un promemoria di un tempo e un modo di pensare a cui non dobbiamo mai tornare", Berger dice.

  

Gary Winogrand, Central Park Zoo, New York, 1967