Al S. Giovanni ci ero arrivato di sera, e Franco mi aveva riservato una stanza nel suo appartamento piena di gente approdata a Trieste per lavorare con la celebre equipe. "Fotografare per denunciare è più facile che documentare la proposta! I segni della violenza sono più evidenti di quelli di una pratica di liberazione".

Franco mi aiutava a capire, ma senza spiegarmi troppe cose. Voleva che fossi io a stabilire un rapporto con le persone, con le situazioni, senza il diaframma del condizionamento ideologico.

 

 

Il "reparto sudici" era ben visibile dall'esterno per le scritte che ne denunciavano la storia e la funzione. Franco le aveva ereditate così, con tutti quei corpi dolenti, che si trascinavano sul pavimento, in mezzo agli escrementi e allo sporco accumulato....... Aperte le porte della "prigione", Franco aveva incominciato il lento reinserimento dei degenti, liberandoli dal ruolo istituzionale di oggetti appartenenti al manicomio.